Un cambio di rotta che il comitato fatica a interpretare, proprio ora
in cui la battaglia promossa dai cittadini punta non solo contro le
multiutility e Iren, ma anche contro il progetto delle maxiutility
previsto dallo Sblocca Italia e dalla Legge di stabilità.
Dopo il presidio contro la buonuscita da 900mila euro all’ad Nicola De
Sanctis, che aveva portato sotto il Comune reggiano oltre 300 persone, è
nato il tavolo “No maxiutility, sì ripubblicizzazioni” che riunisce
comitati cittadini per l’acqua e i rifiuti, Anpi, Cisl, Cgil e
Federconsumatori. Nella città per anni guidata dal sottosegretario Graziano Delrio,
che aveva portato alla creazione della multiutility Iren, i cittadini
fanno sentire la propria contrarietà alla gestione privata dei beni
comuni, dall’acqua ai rifiuti. “Il modello Iren è fallito dal punto di
vista industriale e finanziario, e soprattutto non risponde ai bisogni
dei cittadini” spiega Francesco Fantuzzi, del comitato. “Il paradosso –
continua – è che gli amministratori che anni fa ci hanno portato a Iren,
ora spingono per la fusione con altre società”.
Maxiutility quotate in borsa e in cerca di profitto al posto delle
multiutility, che però per i cittadini hanno già fallito. Al centro del
percorso c’è la ripubblicizzazione dell’acqua, come espresso dal
referendum, con aziende di diritto pubblico che non seguano logiche di
profitto. A Reggio Emilia si lavora per questo, anche
se la strada è tortuosa e ostacolata dalla burocrazia: “La politica deve
imporsi, perché il prezzo non può essere stabilito da Iren – spiega
Fantuzzi – L’acqua non è un bene di mercato, il prezzo non può farlo una
società basandosi sui costi”. La strategia è cambiare mentalità, anche
sul tema dei rifiuti, che vanno considerati beni comuni. Il nuovo
soggetto, politico ma apartitico, è stato presentato nei giorni scorsi e
si stanno raccogliendo nuove adesioni tra i cittadini, ma l’appello è
soprattutto alla politica: “Vogliamo che i sindaci si esprimano –
aggiunge Fantuzzi – che dicano da che parte stanno sulla gestione
rifiuti e acqua”.fonte Il Fatto Quotidiano.
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